Galleria - Le Radio di Sophie - Gallery Telefunken 9W
La Telefunken è senz'altro una delle aziende europee più antiche e longeve nel campo radiotecnico. Nel 1928, anno di fabbricazione del ricevitore di queste pagine, compiva il suo primo “giubileo”, ossia i 25 anni di attività nel settore della radiotelegrafia e della radiotelefonia, ed è tuttora attiva. Negli anni '20 il prestigioso marchio tedesco era già presente su tutto il mercato europeo, Italia compresa, con numerose fabbriche destinate alla produzione locale. L’azienda italiana legata alla produzione Telefunken fu per molti anni e fino al dopoguerra la Siemens di Milano, anch’essa di origine tedesca. Il modello 9W costituisce un ottimo esempio di ricevitore di classe elevata della fine degli anni ’20. Gli elementi di rilievo di questo ricevitore sono: l’alimentazione in corrente alternata, la regolazione a comando unico mediante un tamburo, l’adozione del sistema Neutrodina e la rifinitura lussuosa in elegante mobile di mogano. Inoltre compare per la prima volta qualcosa di simile alla "scala parlante" degli anni '30. Il costo nel 1928 era decisamente elevato. Il sistema NeutrodinaCredo che sia bene spendere due parole circa questo sistema che ebbe tanta fortuna negli anni dal 1925 al 1930, per essere poi definitivamente soppiantato dalla supereterodina. Si tratta di una tecnica, sviluppata da diversi progettisti nei primi anni '20 con l'intento di porre un rimedio al problema dell'instabilità degli amplificatori AF a triodo prima dell'avvento delle valvole schermate e dei pentodi. E' un lontano parente del circuito con reazione, più volte citato in questo sito. La causa del problema è la capacità parassita griglia-anodo, presente in tutti i triodi, che a frequenze elevate causa una diminuzione drastica dell'efficienza della valvola, oltre a innescare reazioni indesiderate. L'idea è quella di "neutralizzare" questa capacità riportando sulla griglia lo stesso segnale dovuto alla capacità anodo-griglia, ma con fase opposta in modo che si sottragga e ne annulli l'effetto. La figura qua sotto mostra un tipico amplificatore neutralizzato (circuito di Hazeltine), con indicata la capacità parassita (con linea tratteggiata), ed il sistema per ottenere il segnale in opposizione di fase da inviare alla griglia. Il condensatore di neutralizzazione è un piccolo variabile da pochi pF (compensatore).
La regolazione della neutralizzazione andava effettuata in sede di taratura iniziale del ricevitore, o in occasione della sostituzione della valvola. Schema elettricoL’analisi dello schema mostra un circuito piuttosto classico ma dotato di tutti gli accorgimenti tecnici in uso all’epoca. E' un ricevitore TRF neutralizzato a 5 valvole + raddrizzatrice. Si possono riconoscere due stadi AF ad amplificazione diretta, un rivelatore a falla di griglia ed infine due stadi di amplificazione BF, in grado di pilotare un altoparlante a spillo o a tromba. Vi sono in tutto tre circuiti accordati, uno d’antenna e due facenti parte dei trasformatori intervalvolari. I tre circuiti accordati fanno capo ad altrettanti condensatori variabili, montati su un unico asse, ma dotati di un sistema di regolazione fine che fa capo alle due levette orizzontali visibili sul frontale. Le lunghezze d’onda ricevibili vanno dai 200 ai 2000 metri in tre gamme. I condensatori indicati con “16” nello schema sono i piccoli “neutrocondensatori”. Si tratta di condensatori variabili, anche se nello schema non è indicato. Le valvole installate sono tutte triodi a riscaldamento indiretto, tranne la raddrizzatrice e la finale, anche se quest’ultima è erroneamente indicata nello schema con lo stesso simbolo delle altre. L’elemento indicato col numero “11” nello schema svolge la funzione di potenziometro per la regolazione del volume. In effetti si tratta di un commutatore rotante che inserisce una serie di resistenze di valore crescente, che costituiscono parte del carico anodico della prima valvola. Esso fa capo alla manopola di sinistra sul pannello frontale. Infine, l’elemento indicato col numero “6” è un condensatore variabile che introduce un certo grado di reazione nello stadio rivelatore (manopola di destra). In definitiva, quindi, pur essendo a “comando unico” il Telefunken 9W possiede la bellezza di sei regolazioni manovrabili dall’utente durante le operazioni di sintonia. Per quanto riguarda il blocco alimentatore, questo si presenta sorprendentemente “moderno” per quei tempi: raddrizzatore a doppia semionda, sistema di polarizzazione fissa di griglia mediante resistenza di caduta posta sul ritorno dell’alta tensione, potenziometro per l’eliminazione del ronzio sul filamento della valvola finale. Può essere interessante, a parte lo schema, osservare alcuni particolari costruttivi. La prima cosa che balza agli occhi, aprendo lo sportello anteriore a ribalta, sono senz’altro i tre grossi cilindri in rame, che costituiscono gli schermi per i trasformatori ad alta frequenza. Questi schermi svolgono una doppia funzione: la prima è quella, ovvia, di scongiurare l’accoppiamento elettromagnetico tra i vari stadi, che provocherebbe instabilità. La seconda funzione è quella di ridurre opportunamente il fattore di merito dei circuiti accordati mediante un grado calcolato di perdite elettromagnetiche. Questo accorgimento veniva adottato spesso per aumentare la stabilità dei ricevitori neutrodina, che altrimenti tendevano ad essere piuttosto inclini all’oscillazione. Il secondo elemento interessante è costituito dal sistema di sintonia a tamburo, che pilota tre condensatori variabili coassiali. Una banda di carta quadrettata, fissata in corrispondenza della finestra centrale, permette di annotare a mano la posizione delle stazioni ricevute su ogni banda. E’ la nascita della “scala parlante”? La figura qua sotto mostra una pagina del manuale d'uso originale, dove sono indicate le posizioni delle valvole e di alcuni comandi. Note di servizioL'esemplare presentato in queste pagine mi è arrivato in condizioni deprecabili, sia per lo stato di conservazione, sia per il saccheggio di componenti a cui era stato sottoposto negli anni. La riparazione è stata un'impresa lenta e delicata, ma tutto sommato piacevole dato l'interesse tecnico per l'apparecchio. Le foto della sequenza qua sotto mostrano alcune fasi della riparazione. Mettere a punto un ricevitore di questo tipo non è cosa facile, specie se si ha appena effettuato un restauro complesso. Occorre prima di tutto regolare i condensatori di neutralizzazione in modo da scongiurare il pericolo di oscillazioni, che danno luogo a fischi laceranti in altoparlante. Esiste un procedimento preciso da seguire, che consiste nel procedere a ritroso nella taratura degli stadi AF, regolando ciascun neutrocondensatore in modo da annullare il segnale d’uscita quando la relativa valvola è spenta. Occorre staccare l'alimentazione del filamento della valvola in questione, e dopo aver acceso il ricevitore, sintonizzarlo su un segnale molto forte, per esempio quello prodotto da un oscillatore modulato. Dopodiché si agirà sul relativo neutrocondensatore, fino ad annullare o almeno attenuare al massimo il segnale d'uscita. Questo procedimento va ripetuto su ogni stadio neutralizzato (due in questo caso). Una volta effettuata la neutralizzazione, la seconda, delicata operazione è quella di “mettere al passo” i tre circuiti accordati, in modo da ottenere per ogni segnale d’ingresso un solo punto di sintonia del tamburo. Per finire, non resta che regolare il potenziometro presente nel blocco alimentatore per ridurre al minimo il ronzio dell’alternata, ed effettuare l’accordo d’antenna. Prova d'ascoltoNon avendo a disposizione l’altoparlante “Arcophon” consigliato dalla Telefunken, ho ripiegato su un altoparlante a spillo di fabbricazione inglese, certamente non all’altezza dell’originale. Tuttavia, il suono caldo e potente del 9W fa capire subito che ci si trova davanti ad un apparecchio di classe elevata. La sintonia è acuta e precisa, migliorabile con un tocco di reazione (ma solo quando occorre). Con pochi metri d’antenna si ottiene una sensibilità sufficiente a permettere l’ascolto in “forte altoparlante” (come si diceva allora) di diecine di stazioni estere. La regolazione è piuttosto facile, anche se l’operazione di sintonia va sempre accompagnata dalla regolazione fine delle due leve. ( Leonardo Mureddu 02/04)
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