Galleria - Le Radio di Sophie - GalleryRadiomarelli DamayanteElegante, snella "console" del 1934
Il Damayante fa parte della produzione ormai "matura" della Radiomarelli. Nasce infatti nel 1934 da un'azienda ben affermata sul mercato nazionale, in un clima di ottimismo quale era quello che si respirava in Italia prima dell'inizio dell'avventura coloniale, delle sanzioni e dell'autarchia. Sono anni di grande sviluppo tecnologico, ma soprattutto di grande progresso del design, specie per quanto riguarda gli oggetti di uso comune e gli arredamenti. Questa radio è uno specchio fedele dell'epoca, con una progettazione tecnica semplice ma impeccabile ed un design decisamente moderno ed accattivante. La prima cosa che colpisce è il disegno originale del frontalino di legno traforato con la mascherina sporgente in bakelite, oltre alla snella figura post-liberty del mobiletto, di piccole dimensioni ma ben proporzionato. Le misure, cm 46 x 29 x 85 ne fanno una tipica "consoletta", ossia una di quelle radio da tenere a fianco alla poltrona preferita, adatta quasi per un ascolto privato. L'eleganza è sottolineata anche dall'uso di diversi legni della tradizione dell'ebanisteria italiana: acero, palissandro, noce, rovere, e dalle snelle gambe tornite che si sviluppano come colonnine scanalate a partire dalla sommità. Il ripiano sottostante sembra progettato proprio per ospitare le riviste o il libro preferito, quasi a sottolineare ancora la vocazione "confidenziale" del design. Tra le Radiomarelli di quel periodo forse questa è quella che ha il design più riuscito, ma questa è solo una mia opinione. Schema elettrico Il circuito è un classico supereterodina a 5 valvole di tipo americano: convertitrice: 6A7, amplificatrice IF: 78, rivelatrice-preamplificatrice BF: 75, finale: 41, raddrizzatrice: 80, alimentazione con trasformatore ad ingresso "universale", altoparlante elettrodinamico di grande diametro. Una nota degna di menzione è l'utilizzo di un indicatore di sintonia a lancetta (misura la corrente che fluisce nello stadio IF), visibile nel piccolo quadrante semicircolare posto sotto la scala parlante; le bande ricevibili sono due, medie e lunghe. La media frequenza è di 125kHz, un valore tipico per quell'epoca, prima dell'affermarsi dei ricevitori multibanda ad onde corte. (Fare clic sulle immagini di qua sotto per vederle ingrandite)
Restauro L'esemplare mostrato in questa pagina mi è pervenuto in condizioni disastrose, almeno dal punto di vista estetico. Negli ultimi anni veniva usato, dentro un ripostiglio, come mobiletto per la conservazione di patate ed altre scorte alimentari, per questo era stato verniciato di marrone con una bomboletta spray. L'altoparlante, smontato e privo di trasformatore d'uscita, era buttato altrove, mentre lo chassis non era "venuto via", grazie ad una manopola ostinata che non era stato possibile smontare. Il ritrovamento è dovuto al signor Antonio Marras di Sassari, un collezionista con una particolare predilezione per i ricevitori Marelli, il quale mi ha fiduciosamente affidato il relitto. Il lavoro di recupero e restauro è stato lungo e paziente, ma come sempre capita in questi casi ricco di soddisfazioni. Vorrei far notare un piccolo dettaglio che rende questo esemplare unico: sul piano superiore è ben visibile la chiara traccia lasciata da una lametta da barba arrugginita. Nel restauro dell'impiallacciatura ho fatto in modo che questa traccia rimanesse ancora visibile, come dimostra il particolare della foto qua sotto.
Le foto seguenti sono una testimonianza dello stato del ricevitore al ritrovamento, prima del restauro.
Leonardo Mureddu 12/06 |
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