Anni '20 - Le Radio di Sophie "REDOFON"Neutrodina danese del 1924di Giorgio Oian
Dal 1923 nei paesi del nord europa iniziò lo sviluppo europeo della radio, mentre negli Stati Uniti lo sviluppo era gia’ iniziato nel 1921. Precedentemente questa tecnologia era relegata al settore militare (a partire dalla fine della prima guerra mondiale) e alle agenzie di stampa per quello che riguardava la telegrafia senza fili e le applicazioni telefoniche. La tecnologia delle valvole era in continuo sviluppo. Le valvole di allora erano tutti triodi a riscaldamento diretto per uso generico e solo successivamente (1925 circa) vennero messe a punto valvole dedicate per l’alta frequenza e per la rivelazione. Nel 1922 venne introdotto il filamento di tungsteno toriato, il quale permetteva una buona emissione di elettroni a temperature del filamento basse con una conseguente maggiore durata della valvola. Un secondo ed importante sviluppo fu il "gettering" (macchia interna color argento presente in tutte le valvole) prodotta da magnesio vaporizzato per induzione che permette di neutralizzare i gas residui (una volta creato il vuoto spinto all’interno dell’ampolla di vetro) presenti nella valvola, in particolar modo l’ossigeno. Anche lo sviluppo della parte elettronica ebbe un grande impulso, partendo dalla radio a galena si arrivò ben presto all’oscillatore Armstrong, con sviluppo diretto alla radio, ovvero la "radio a reazione" positiva. Il prezzo della radio era molto alto; si pensi che in italia nel 1925 una radio a 4/5 valvole aveva un costo di ben 1300/1500 lire dell’epoca. Dato il costo elevato, data la situazione economica europea e in particolar modo quella dell’Italia, lo sviluppo e la commercializzazione iniziò nei paesi più ricchi come Inghilterra, Francia , Olanda e paesi germanici. " REDOFON " UN NEUTRODINA DANESE DEL 1924 La radio è inserita in un bel mobile a cassetto stile art dèco e mostra le caratteristiche di alcune radio dell’epoca ovvero: manopole graduate per l’accordo, per la reazione e per la sintonia; bobine intercambiabili per permettere il cambio gamma; antenna esterna a telaio ; altoparlante (chiamato altisonante) esterno a collo di cigno ad alta impedenza , che emette un suono alquanto metallico; cuffie ad alta impedenza che spesso venivano utilizzate al posto dell’altoparlante dato che avevano una migliore qualità di riproduzione (come ho potuto sperimentare) e permettevano un minor consumo delle batterie; alimentazione esterna a batterie per alimentare i filamenti, le griglie e l’anodica; collegamento a terra; sulla ribaltina si trova un foglio dove l’ascoltatore annotava i valori delle scale graduate (sintonia, reazione, accordo) per permettere la sintonizzazione delle varie emittenti. Dallo schema elettrico che ho ricavato troviamo il cv1 e L1 che costituisce il circuito d’accordo. (L1, L2, L3 sono intercambiabili per permettere la sintonizzazione di altre bande). Successivamente si trova la prima valvola A 209 (valvola di uso generico) con il circuito "neutrodina" accordato sulla frequenza da sintonizzare (L2a, L2b e cv2). Anche se già accennato su questo sito volevo approfondire il motivo per il quale venne introdotto il neutrodina. Le prime valvole, come precedentemente spiegato erano tutti triodi a riscaldamento diretto. Il triodo presenta dei grossi inconvenienti quando e’ utilizzato per trattare segnali ad alta frequenza a causa delle capacità parassite che si manifestano tra gli elettrodi del triodo.
Le capacita sono: Cak ; Cag ; Cgk. La capacità Cak agisce sul circuito d’uscita venendosi a trovare ai capi della resistenza di carico Rc. La capacità Cgk invece agisce sul circuito d’ingresso, mentre la capacità più problematica e’ Cag dato che si trova tra anodo e griglia ovvero tra il circuito d’uscita e il circuito d’ingresso, dando luogo a causa "dell’effetto Miller" ad una capacità equivalente vista dall’ingresso uguale a Cag moltiplicata per (1+A) dove "A" è l’amplificazione. Quindi la capacità equivalente all’ingresso (trascurando il circuito d’uscita) risulta Ceq = Cgk + Cag(1+A)
Pertanto con una grande amplificazione anche la capacità equivalente aumenterà di molto. Per risolvere questo problema venne inventata successivamente la griglia schermo. Da quanto riportato la capacità equivalente limiterà in frequenza il triodo e potrà provocare un funzionamento instabile con possibilità d’innesco di oscillazioni. Per limitare questo problema si pensò appunto al circuito "neutrodina" ovvero quello di "neutralizzare" la capacita Cag per mezzo di circuiti che provocano un’azione uguale e contraria. Il metodo più semplice (senza dilungarci in complessi calcoli matematici riguardanti gli amplificatori selettivi) per ottenere la neutralizzazione è quello di collegare la batteria di alimentazione anodica al punto intermedio della bobina del circuito anodico accordato e unire l’estremo libero con la griglia attraverso Cmax, in modo tale che ai capi della bobina L2 si abbiano due segnali con fasi opposte in modo tale da annullare il segnale retroazionato dalla capacità parassita Cag. Proseguendo con l’analisi del circuito troviamo il circuito R C1 e la seconda valvola A 209 che costituisce il rivelatore a caratteristica di griglia all’uscita del quale troviamo il segnale di bassa frequenza. Come si vede dal circuito le bobine L2 ( circuito accordato composto da L2 e C2) e L3 costituiscono la "reazione positiva". Con la reazione positiva si ottiene un fortissimo aumento dell’amplificazione e un trasferimento di resistenza negativa ( la resistenza del circuito d’accordo non assorbe energia ma la fornisce e in tal modo si rende nulla la resistenza del circuito accordato ) sul circuito risonante di sintonia, così il circuito diventa altamente selettivo per l’aumentato valore del coefficiente Q del circuito risonante. Un eccesso di reazione porta facilmente il circuito in oscillazione e il ricevitore diventa un "trasmettitore" capace di provocare "fischi d’interferenza" su altri radioricevitori presenti nelle vicinanze e sintonizzati sulla stessa portante, oltre che sul proprio altoparlante. Quindi attraverso la regolazione della manopola di reazione L3, che deve essere portata al limite dell’oscillazione, si ottiene una maggiore amplificazione. Successivamente il segnale di B.F. viene accoppiato induttivamente attraverso T1 ( rapporto 1/3 ) alla griglia della preamplificatrice di B.F. B 217 e attraverso T2 ( rapporto 1/5) il segnale pilota la valvola finale di B.F. dove sul circuito anodico andrà collegato l’altoparlante ad alta impedenza. NOTE La radio in oggetto era stata ben conservata e con qualche ora di lavoro il mobile e’ stato restaurato e rimesso a nuovo. Ho controllato tutti i componenti riscontrando problemi per la messa a punto del cv2, del secondario di T2 e della ricostruzione di una bobina. Ho riparato la R della western electric inserita in un delicato tubetto in vetro. Per via sperimentale mi sono ricavato le caratteristiche mutue delle quattro valvole per verificare il loro funzionamento e ho costruito l’alimentatore con le tensioni necessarie, dato che le batterie originali sono introvabili. Notevole difficoltà ha comportato la ricostruzione dell’antenna che dopo calcoli e prove sperimentali sono riuscito a mettere a punto con un buon risultato, come si potrà sentire successivamente. PROVA D’ASCOLTO Avendo a disposizione un altoparlante a collo di cigno A J STEVENS & C. inglese mi sono cimentato nell’ ascolto delle stazioni radio, oltre alla RAI e RadioCapodistria (che si riescono a ricevere anche di giorno) ho potuto sintonizzare anche delle radio estere come Radio Espana, Radio France, alcune radio tedesche, la BBC (se vuoi sentire "la voce di questa radio molto antica" clicca qui per sentire il file mp3 !!!!) e le potenti radio dell’est europeo. La sintonizzazione delle stazioni è’ laboriosa e richiede precisione e pazienza, date le scarse caratteristiche delle valvole e i semplici circuiti dell’epoca, la microfonicità delle valvole in modo particolare della rivelatrice, e dalle interferenze dovute alle stazioni adiacenti. Anche l’antenna deve essere orientata per aumentare la selettività della radio. Comunque, come si è potuto sentire dal file mp3, il risultato complessivo è buono e mi ha ripagato di tutte le ore impiegate per restaurare, calcolare, provare ecc. ecc. Per quanto riguarda la marca REDOFON sono solo riuscito a sapere che era una casa costruttrice di origini danesi. Giorgio Oian
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