Anni '20 - Le Radio di Sophie

RAMAZZOTTI RD20

Due valvole + raddrizzatrice, 1929

Un semplicissimo ricevitore a reazione con alimentazione in c.a. e ascolto in altoparlante

Verso la fine degli anni '20 la rete di distribuzione elettrica domestica era ormai talmente diffusa in Italia, che la maggior parte dei produttori di apparecchi radio abbandonarono l'uso delle batterie e proposero i primi ricevitori alimentati in c.a. La rete elettrica metteva a disposizione una potenza enorme a costi irrisori, la qual cosa fece rapidamente tramontare l'uso delle cuffie a favore dell'altoparlante, a spillo o a tromba e in seguito a bobina mobile.

 

Certo, il prezzo d'acquisto di una radio a corrente alternata era notevole, molto maggiore di quello di un'equivalente radio alimentata a batterie: serviva una valvola in più oltre al grosso trasformatore e ai componenti della cella di filtro. Inoltre occorreva utilizzare valvole speciali, adatte per essere alimentate in c.a. Nonostante ciò l'acquirente era invogliato a spendere un po' di più per l'acquisto ben sapendo che in seguito sarebbe stato compensato con un ascolto più confortevole e un continuo risparmio di denaro e di seccature.

 

 

Per venire incontro alle esigenze dei meno facoltosi, ogni produttore di apparecchi radio propose in quegli anni un modello "base", quello che oggi si chiamerebbe "entry level", ossia una radio alimentata in c.a. ma dal prezzo il più possibile contenuto, naturalmente senza pretese di grande qualità. Questo e' per esempio dell'Ansaldo Lorenz (vedi immagine qua sopra), o della Philips col suo modello 2514, della Telefunken con la famosa T31W, e così via. La Ramazzotti propose la sua RD20, oggetto del presente articolo. Mobiletto in metallo verniciato, due sole manopole (sintonia e reazione), nessuna concessione al lusso, una sola gamma d'onda, quella delle onde medie (550-1600 kHz). In una versione per l'esportazione le gamme ricevibili erano due, OM e OL.

 

Un'occhiata allo schema esposto qua sopra rende chiaro quanto appena detto. Gran parte della complessità è dovuta alla presenza dell'alimentatore (metà inferiore dello schema), tolto il quale si vede un apparecchietto a due stadi: triodo rivelatore in reazione (V1 a riscaldamento indiretto), pentodo finale di bassa frequenza (V2 a riscaldamento diretto). L'accoppiamento di BF è a trasformatore. La sintonia è affidata ad un unico circuito accordato; un secondo condensatore variabile permette il dosaggio della reazione attraverso un trasformatore RF.. L'alimentatore è già quasi "classico", con trasformatore universale a tre secondari separati, e con l'utilizzo di una resistenza di caduta sul ritorno dell'anodica per ottenere la polarizzazione di griglia della finale. Da notare che i condensatori di filtro (da 3 microfarad ciascuno), non sono elettrolitici, non essendo questi ultimi ancora stati inventati.

 

 

Le valvole dichiarate nella targhetta posteriore (C1409, DU415, R4050), di produzione Zenith, sono equivalenti delle più comuni B491 (triodo a riscaldamento indiretto), B443 (pentodo finale) e 1802 (raddrizzatore monoplacca).

Le foto che seguono mostrano alcuni particolari della piccola radio. Le manopole sono disposte sul frontale (sintonia a sinistra). Nel piccolo foro visibile tra le due manopole era fissato un fregio (nella versione da esportazione c'era la levetta per il cambio-gamma OL-OM). I componenti passivi sono montati sotto lo chassis, a cui si accede rimuovendo il coperchio inferiore E' ben visibile il blocco dei condensatori di filtro (foto a destra in prima fila). Nella vista dall'alto si notano le valvole allineate, i tre schermi magnetici per i trasformatori e per la grossa induttanza di filtro, e lo schermo d'alluminio per l'unico trasformatore RF. Da notare la qualità economica dei due condensatori variabili, isolati in bakelite come si usava per i ricevitori a galena.

 

 

Riparazione e prova d'ascolto

L'esemplare mostrato in questa pagina, di proprietà di Gabriele Landini, collezionista di Padova, mi è stato affidato per una revisione completa, cosa alla quale mi sono dedicato con entusiasmo. Vi era una sola valvola efficiente (B491), e molti dei componenti passivi erano fuori uso, compreso il trasformatore BF intervalvolare e uno dei condensatori variabili. Una volta sistemati questi e ricavato lo schema generale, è stato necessario ancora provvedere alla sostituzione di qualche resistenza e del condensatore di rivelazione, oltre alla normale pulizia dei contatti e al controllo delle saldature. Non è stato necessario sostituire i condensatori di filtro, che si sono dimostrati ancora buoni nonostante una leggera perdita. L'antenna utilizzata è uno spezzone di filo lungo tre metri. In questa radio non è possibile utilizzare un'antenna a telaio.

 

 

All'accensione, dopo un certo cupo ronzio l'altoparlante emette subito dei suoni intelligibili provenienti da qualche stazione forte. Manovrando con cura le due manopole si riesce a sintonizzare in modo soddisfacente alcune stazioni, e agendo sulla reazione si riesce a isolare qualche emittente debole, con una certa perdita di qualità sonora. L'ascolto con l'altoparlante a tromba, metallico e gracchiante, rende bene la sensazione che si doveva provare in quegli anni. Collegando un buon altoparlante a spillo il suono migliora notevolmente, specie per quanto riguarda la risposta ai bassi, ma aumenta anche il ronzio a 50 hertz. La potenza comunque è sufficiente per l'ascolto in una camera di medie dimensioni, e spesso la mancanza del controllo di volume rende necessario avvolgere un tratto d'antenna per diminuire l'ampiezza del segnale ricevuto.

 

Non sono riuscito a trovare informazioni commerciali su questa radio, ma per analogia con i concorrenti non doveva costare meno di 1000 lire di allora: una bella cifra! Ringrazio ancora Gabriele Landini per aver messo a disposizione il suo cimelio di famiglia.

 

Leonardo Mureddu, 06/07

 

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